Ognuno di noi è un essere unico e speciale,
l’unico che può portare a termine una delle tessere
che portano al miglioramento del mondo e della vita.
Nasciamo per essere felici, Thomas Merton scriveva che
Dio ci ha creati per giocare insieme a Lui, ma se ci
guardiamo intorno, vediamo ben poche occasioni per
giocare davvero nella nostra vita.
Cosa è accaduto? Perché non riusciamo a vedere e
trovare la strada che ci porta alla felicità, al
gioco, alla serenità? Cosa ci ha spinto su un percorso
diverso?
Le risposte sono infinite, infinite quanto gli uomini.
Ma la prima risposta che viene alla mente è: i
condizionamenti.
Ci siamo adeguati/adagiati come risposta dell’istinto
di sopravvivenza, agli scontri che abbiamo trovato
sulla nostra strada.
Così come i traumi fisici lasciano impronte nel nostro
corpo, allo stesso modo questi stessi traumi, ma anche
quelli emotivi, quali i rifiuti, le violenze verbali,
la solitudine affettiva, hanno lasciato impronte nella
nostra anima.
E se ciò non bastasse, portiamo in noi il bagaglio
ancestrale di chi ci ha preceduto, dei nostri
genitori, dei nonni, degli avi.
Come saggiamente dice la Medicina tradizionale cinese,
nasciamo già con un bagaglio, il Jing ancestrale,
costituito dai traumi, dalle emozioni, dalle ferite e
dalle gioie di chi ci ha generato, che a sua volta, in
parte, aveva ricevuto alla nascita dai genitori e via
via indietro nel tempo.
Come reagiamo a tutto questo? Nella maggior parte dei
casi richiudendoci in noi stessi, cercando di evitare
nuove ferite, erigendo barriere intorno a noi; in un
certo senso, chiudendo porte e finestre di quella casa
che è il nostro Corpo-Mente-Spirito.
Così pensiamo di non essere visti, di essere protetti.
Ma così anche noi diveniamo ciechi e non vediamo più
la strada che ci è data da percorrere verso la
felicità e la salute psico-fisica.
Se ci rendiamo conto di esserci chiusi in questa
trappola, allora siamo sulla buona strada per uscirne;
dobbiamo solo trovare un Soul Helper, un aiutante
dell’Anima che ci faccia da spalla nella ricerca della
strada perduta.
Il Soul Helper non è un guru, non ha la risposta per
ogni quesito, non è un mago con la bacchetta magica
che cambia la situazione, né la pillola che guarisce
ogni dolore.
Il Soul Helper è l’accompagnatore, colui cui
appoggiarsi nel cammino che ognuno deve comunque fare
con le proprie forze.
E’ lo specchio che ci permette di vederci, sotto le
maschere che nel tempo abbiamo indossato per adeguarci
al mondo intorno a noi.
Il Soul Helper ha comunque gli strumenti che la sua
esperienza di ricerca del proprio cammino gli ha
fornito. Può indicare a chi gli chiede aiuto dove
trovare il proprio bastone, i propri occhiali, le
indicazioni giuste e le azioni giuste per cambiare la
situazione, per ritrovare il proprio sentiero.
Il cambiamento non sarà mai opera del Soul Helper,
sarà sempre e solo opera di chi cerca la strada
perduta, di chi muta le proprie abitudini, di chi ha
il coraggio di specchiarsi in lui, vedersi quali si è,
accettandosi e accettando di poter uscire dalla gabbia
protettiva ma castrante in cui si è rinchiusi.
Per liberarsi, si conosceranno nuovi strumenti, ma si
riannoderà anche il legame con strumenti antichi
quanto il mondo, quali la preghiera.
Ma il primo vero passo che il Soul Helper cercherà di
mostrare, è come ritrovare la fede in se stessi, nella
propria capacità di autoguarigione e nella capacità di
gioire per quel che siamo.
Ayn Tovà
Antonio Cavagnini